LA SCALA DI
BORG RAPPRESENTA UN METODO MOLTO SEMPLICE PER VALUTARE LA PERCEZIONE DELLO
SFORZO DA PARTE DELL’ATLETA. UN UTILE STRUMENTO CHE VI SPIEGO COME UTILIZZARE …
La “scala” di questo articolo prende il nome dal suo
ideatore Gunnar Borg professore emerito in Percezione e psicofisica presso
l’istituto di psicologia dell’università di Stoccolma; sto facendo usare ai
podisti che seguo, questo metodo
di valutazione dell’allenamento con
risultati decisamente positivi e questo è il motivo per cui voglio spiegare la
sua utilità.
Per capire con esattezza il motivo per cui è giusto
utilizzare la scala di Borg per valutare i propri allenamenti dobbiamo prima di
tutto capire la differenza che esiste fra sensazione e percezione. “La sensazione è un processo passivo che
porta le informazioni dal mondo esterno al cervello”. “La
percezione è invece il processo attraverso il quale viene dato un senso alle
informazioni che sono state registrate nel sistema sensoriale”. Queste definizioni sono di F.M. Impellizzeri, M.
Franchini, C. Castagna, S.M. Martora (2009).
Il prof. Borg dopo una ventina d’anni di studio
pubblicò una prima scala denominata RPE ovvero Rating of Perceived Exertion, all’inizio gli studi di Borg si focalizzarono
sulla valutazione della percezione dello sforzo relativo al massimo consumo di
Ossigeno (VO2max) ed alla frequenza cardiaca. In un primo momento la RPE si
basava su 15 punti di percezione dello sforzo, con una numerazione che andava
da 6 a 20, e teneva conto anche della percezione del lattato ematico, del
dolore muscolare ( J.Buckey, R. Eston 2010). Poi Borg affinò i suoi studi
arrivando ad indicare i punti di percezione dello sforzo da 0 a 10 elaborando
la CR 10 ( Category Ratio scale CR 10
La scala che vediamo
tiene in considerazione la sensazione di fatica derivante dal lavoro
respiratorio, dai dolori muscolari ed articolari e della temperatura corporea.
Non tiene conto delle variazioni della frequenza cardiaca, del consumo di
ossigeno e del lattato sia muscolare che organico, quindi ben si presta a
valutare anche se in modo non certamente esatto, gli effetti di determinati
tipi di allenamento.
I
podisti che imparano a gestire la percezione dello sforzo durante l’allenamento
o la gara si arricchiscono di un importante forma di sensibilità che gli
permette di gestire il livello di affaticamento. Con
l’uso della scala di Borg è possibile prevenire i problemi legati al SUPERALLENAMENTO. I segnali che devono far capire che l'organismo è in superallenamento oppure che si sta entrando verso un periodo sono:
- · AUMENTO DELLA FC AL MATTINO
- · DIFFICOLTA’ A RAGGIUNGERE ELEVATI LIVELLI DI FC DURANTE L’ALLENAMENTO
- · ECCESSIVO CALO DI PESO
- · PERDITA DELL’APPETITO
- · DIFFICOLTA’ DI RECUPERO FRA LE VARIE SEDUTE DI ALLENAMENTO
- · ECCESSIVI DOLORI MUSCOLARI
- · ECCESSIVA RIGIDITA’ MUSCOLARE
- · TENDENZA ALLA DEPRESSIONE
- · ANSIA
- · IRRITABILITA’
Facciamo
un esempio: se un podista è abituato a correre il lento a 5’00” a km con
percezione dello sforzo di 2 ovvero quella corretta, qualora a parità di
velocità la percezione della sforzo dovesse essere di 5 significa che la fatica
è eccessiva, quindi è un campanello d’allarme che consiglia prima di tutto di
correre ad andatura più lenta e cercare la causa del problema verificatosi.
L’utilizzo
della scala di Borg permette un più costruttivo rapporto di collaborazione fra
podista ed allenatore. Non solo, ma l’allenatore potrà capire il livello di
sopportazione di fatica anche mentale del podista, di conseguenza adattare
l’allenamento e soprattutto procedere con gradualità nella somministrazione dei
carichi di allenamento di intensità medio/alta in modo da non spaventare il
podista impedendogli di esprimersi nel modo migliore possibile.