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Passo Dello Stelvio |
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Passo Dello Stelvio |
Per la sesta volta pedalo con
l’obiettivo conquistare il Tour d’Ortles, una favolosa randonneé per camosci
del pedale che prevede un itinerario ad anello da percorrere in senso
antiorario, con partenza ed arrivo a Merano ed in cui si scalano il Passo dello
Stelvio, il Passo Gavia, il Passo Tonale ed il Passo Palade, per un totale di
250 km e 5.500 m di dislivello.
Oltre a Riccardo già presente in
altre occasioni, quest’anno ho coinvolto anche l’amico abruzzese Domenico (
Mimmo ), a cui più volte raccontai gesta e sensazioni percepite sulle alpi: per
lui, sono zone ciclisticamente ancora inesplorate e le aspettative generate dai
miei talvolta incalzanti racconti lo motivano stimolandone la fantasia.
Certo è che la corsa va gestita anche
con testa ed i fatti gli daranno ragione per la prima esperienza di questo
tipo.
Quest’anno ci presentiamo ai nastri
di partenza complessivamente meno allenati, ma determinati al completamento del
giro con l’obiettivo auspicato, pur non dichiarato, di concludere la prova
entro 11 ore.
Salvo imprevisti, nel rispetto
dell’evoluzione della corsa e delle reciproche capacità atletiche, decidiamo di
fare tutti e tre corsa assieme; purtroppo, durante le preliminari operazioni di
partenza dell’alba, Riccardo ha un imprevisto: noi partiamo con il secondo
gruppo, alle h. 05.15, lui con il terzo alle h. 05.30.
Dopo aver imboccato e percorso tutta
la Val Venosta, in cui pedaliamo regolari in buona parte su percorso ciclabile,
attacchiamo il Passo dello Stelvio ( 2.758 m. ) sulle cui prime rampe si
concretizza la selezione naturale delle circa 20 unità costituenti il nostro
gruppetto di partenza.
Pedalo del mio ritmo sempre in
compagnia di Mimmo, superando talvolta qualche atleta partito prima di noi e
venendo a nostra volta scavalcati da alcuni atleti più forti; all’uscita dal
bosco, a circa 10 km dalla vetta, prende il largo anche lui ed arriva con
qualche minuto di vantaggio al punto di controllo posto in cima: ha pure il
tempo di fotografare ed ammirare il maestoso paesaggio circostante,
paragonabile ad un anfiteatro a cielo aperto.
Nonostante la quota altimetrica
elevata, è forte la percezione di calore; durante il ristoro al punto di
controllo, ci raggiunge Riccardo, con cui però non ci capiamo e che quindi
riparte dopo di noi.
Dopo la planata su Bormio, sempre
animata di turisti, s’attacca il Passo Gavia ( 2.621 m. ): verso metà ascesa e
dopo aver superato Roland, un simpatico triatleta Meranese partito con il primo
gruppo, sopraggiungono e ci superano diversi appassionati a bordo di automobili
militari storiche: sapremo poi dall’animato racconto di Riccardo che nel
momento del suo passaggio nello stesso punto si sono cimentati in ardite,
incaute e pericolose manovre di guida.
In prossimità delle rampe più
impegnative Mimmo, finora sempre al mio fianco, inizia ad accusare i morsi dei
crampi che lo costringono a rallentare leggermente l’andatura, arrivando al
Passo Gavia pochi minuti dopo di me.
Ovviamente, non può mancare qualche
fotografia di rito per l’amico che lungo la penisola tanta strada ha percorso
per arrivare fin quassù, onorando la trasferta con il giusto tributo.
La veloce e silenziosa pedalata in
discesa lungo il versante sud coincide, come sullo Stelvio, con il via vai
delle moto dai roboanti motori; scandisco il passo anche sul regolarissimo
Passo del Tonale ( 1.884 m. ), che liquidiamo di buona lena sotto la canicola centrale
della giornata e dove scambiamo qualche simpatica battuta con i responsabili
dell’organizzazione, approfittando anche a piene borracce della fresca acqua
sgorgante dalla fontana a fianco del sacrario militare.
Rigenerati nella temperatura
corporea, ci fiondiamo a tutta in Val di Sole dove, in prossimità di Fucine,
raggiungiamo altri due partecipanti che coinvolgiamo nei cambi regolari fino a
Ponte Mostizzolo e che successivamente si staccano sulle prime rampe che
conducono a Fondo.
E’ la fase decisiva della corsa e,
come gli altri anni quando si raggiunge questa zona, sembra d’essere in una
sorta di fornace immersa nei meleti !
I brevi strappi si alternano a tratti
in falso piano e, sempre appaiati, optiamo per una veloce sosta idrica in una
delle numerose fontane che si trovano in questo tratto di percorso prima
d’affrontare il gran finale.
Superato agevolmente anche lo strappo
che conduce a Fondo, nella parte centrale degli ultimi 14 km, pur non
demordendo accuso leggermente il colpo per essermi alimentato poco negli ultimi
20 km: Mimmo rallenta appositamente rifiutando il mio invito ad aumentare il
suo ritmo per raggiungere in lontananza un fuggitivo del mattino; anzi,
m’allunga un utile gel che mi consente, in poco tempo, di riprendere a salire
con un miglior piglio.
L’ultimo punto di controllo al Passo
Palade ( 1.512 m. ) e la velocissima picchiata sul forno crematorio di Lana,
suggellano in 11 ore e 2 minuti la prestazione di questi 250 km percorsi;
effettuati i conteggi cronometrici dopo l’arrivo, Riccardo conclude la prova in
11 ore e 8 minuti.
Considerazioni e riflessioni.
Che dire, un’altra bella esperienza
in terra altoatesina per il sesto Tour d’Ortles conquistato, stavolta condiviso
in tre.
Questa prova è sempre tosta e non si
può improvvisare: complimenti ad entrambi i compagni di avventura Riccardo e
Mimmo, quest’ultimo anche in versione gregario nel finale.
Senza nulla togliere al compagno di
mille avventure Riccardo, di cui già conosciamo doti e capacità atletiche, mi
ha fatto certamente piacere che abbia partecipato Domenico, “ pilotato “ in
avanscoperta su nuove terre ciclistiche dove osano le aquile !
Rispetto agli anni scorsi,
decisamente troppe le moto incontrate nel tratto Stelvio - Gavia - Tonale,
probabilmente per il raduno organizzato in Valtellina.
Un sincero ringraziamento
all’impeccabile ed efficiente staff dell’organizzazione, capitanata dal valente
e sempre disponibile Giancarlo, Presidente della Sezione ciclistica dell’ASD
Athletic Club Merano.
Un grosso in bocca al lupo al loro
socio - atleta Lino, per il miglior recupero fisico possibile !!!
Alla
prossima, Andrea
Luglio
2015
* * * * * *
Il Tour
d’Ortles per me rappresenta il vero ciclismo. Conosciuto questo incredibile
giro ad anello, grazie ad un caro amico, con cui si portava a termine in
10h40’, il periplo di 250km nel 2013. Quest’anno decido di cimentarmi per il
mio secondo tour, ricordo vagamente le insidie del percorso, ma con serenità e
fiducia posiziono la sveglia alle 03.40 e penso che domani sarà una giornata di
sole e fatica, pertanto sarà fondamentale dosare le energie. Parto con il primo
gruppo ( 05.00 ), convinto che prima parto, e prima sarò di ritorno, ma questo
credo viene subito smentito. A Naturno (a 10km dalla partenza), ci troviamo in
due ( il resto del gruppo si era già staccato ), e pertanto mi trovo a pedalare
quasi sempre davanti, fino a Prato allo Stelvio, inizio della famosa ascesa,
dove realizzo che sarà una giornata in solitaria! Arrivato al primo punto di
controllo ( Stelvio - ore: 08.30 ), non accedo al ristoro in quanto era ancora
in fase di allestimento e a malapena, tra qualche polemica per l’arrivo
anticipato, riesco a strappare il timbro che mi consente di proseguire solo
dopo 15minuti. La discesa verso Bormio a quell’ora è “un’autostrada” (
attenzione solo a qualche galleria ), e giunto in paese non colgo al volo
l’indicazione per il passo Gavia, chiedendo invano indicazioni ad un gruppo di
ciclisti stranieri. Dopo qualche minuto una gentile signora mi indica la strada
e da quel momento salgo tutto d’un fiato fino al passo dove timbro alle ore
10.35. Gli organizzatori, incuriositi del mio passaggio a quell’ora, mi fermano
bombardandomi di domande “lecite”, mentre io ne approfitto per ricaricarmi al
ristoro in vista della prossima ascesa. Nel frattempo, spero che qualche
partecipante arrivi dalle retrovie ma nulla da fare. Inizio il tratto più
difficile di tutto il percorso, ovvero la discesa dal passo Gavia ( verso Ponte
di Legno ), discesa resa difficile dalle condizioni del manto stradale e
dall’intenso traffico. Il passo Tonale è una parentesi che si conclude in modo
agevole, anche se presto realizzo che viste le alte temperature non bisogna dar
per scontato nessun giro di pedale! Timbro al passo Tonale alle ore: 11.00 e
non mi rimane che scendere, anche se è risaputo che affrontare la Val di Sole
in solitaria potrebbe essere negativamente micidiale in vista dell’ultima non
faticosa ma lunga ascesa al Passo Palade. Raggiungo la località nota come Ponte
di Mostizzolo a fatica, e alla prima fontana immergo i piedi che in quel
momento stavano “bruciando”. Fino a Fondo, una lenta agonia, poi la salita è
regolare e cerco di mantenermi su un ritmo discreto ma regolare. Svallico alle
ore 14.45 circa, e da lì, dopo aver scambiato un paio di battute con gli
organizzatori, lascio la bici andare verso il traguardo di Merano. Concludo
questa avventura ( la definerei così, visto l’assenza di compagni a seguito ),
in 10h05’, stanco ma immensamente felice, frutto di una corsa di gambe e
soprattutto di testa, dove sono rimasto da solo e quindi con la necessità di
combattere con le mie uniche forze.
Alla
domanda, la rifarebbe?!? Risponderei SI… è vero che è richiesto allenamento per
affrontare questa rando, ma vi confermo che il prezzo della fatica è pienamente
ripagato dai paesaggi, dalla natura e dalla qualità e impegno delle persone che
ogni anno credono in questa manifestazione.
Alla
prossima, Luca
* * * * * *
Io ho
deciso di partecipare solo nell’ultima settimana non mi sentivo pronto di
affrontare un’impresa per via degli allenamenti che ho fatto 2h30’/3h
scegliendo la qualità alla quantità facendo solo un lungo da 190km 10 giorni
prima ma un pensiero mi tormentava…. “SIATE FOLLI” (Steve Jobs). Sentito Andrea
per un consiglio mi diceva “proviamo sono anche io indietro con gli allenamenti
mi interesso io per iscrizione ed alloggi” a quel punto non restava che andare.
Andrea ha descritto in modo impeccabile il giro ma io sul Gavia ero in piena
crisi in più ho avuto i crampi al vasto mediale poi ho gestito e tutto è
tornato nella normalità. Sono contento di aver partecipato ma ancora di più di
averla fatta con Andrea un vero cagnaccio!!! 6 tour d’Ortles il suo biglietto
da visita e di aver conosciuto Riccardo e Luca, al prossimo anno.
Un
abbraccio, Mimmo
* * * * * *
Quando a metà giugno circa Andrea mi
chiede la mia disponibilità definitiva ad effettuare il tour dell' Ortles, gli
rispondo positivamente, accantonando la preoccupazione per il non ottimale
stato di forma. Essere nonno è molto gratificante, ma comporta qualche rinuncia
in termini di allenamento !
Quest'anno, anziché Tiziano, sarà
della partita Mimmo, un simpatico amico di Andrea che si rivelerà
ciclisticamente tosto. Mi stimola l'idea di confrontarmi con lui, ma un contrattempo
dell'ultimo minuto mi costringe a partire 15' dopo, col gruppo successivo al
suo. Pedaliamo compatti fino a Silandro, quando il primo accenno di salita ci
fa rimanere in tre fino ai piedi dello Stelvio, dove raggiungiamo altri
ciclisti.
Questo passo mi piace assai,
soprattutto da questo versante, e per la sua maestosità e per la regolarità
dell'ascesa che mi fa esprimere al meglio le mie potenzialità ! Infatti al
controllo ritrovo Mimmo e Andrea, anche se loro sono già in partenza. Discesona
e avvicinamento al Gavia in salita che percorro senza problemi; soffro invece
sulle discontinue rampe del passo; fatica accentuata anche da fattori esterni :
tantissime moto che in folti gruppi vanno a velocità elevate, tagliano le curve
e si sorpassano anche nei punti più stretti ! E c'è pure una colonna di mezzi
militari d'epoca ( ne ho contati ben 27) che arrancano in salita e in certi
casi devono manovrare sui tornanti !
Il Tonale fatto a mezzogiorno si
rivela ostico più per le temperature che per le pendenze.
Al ristoro trovo finalmente alcuni
compagni di viaggio che mi consentiranno di percorrere la val di Sole in
compagnia, frazionando così gli sforzi. E' invece la ricerca di acqua fresca
l'imperativo per salire a Fondo e affrontare poi il Palade, che rivedo con ochi
diversi rispetto allo scorso anno: non fosse che è l'ultimo, non sarebbe male:
ombreggiato, pendenze modeste e una galleria super illuminata !
Dal suo
valico scendo a manetta con un compagno occasionale, certo Gerard di Lana, che
mi aiuterà a non sbagliar strada a Merano. E grande sarà la soddisfazione di
concludere uno splendido tour in 11 h 08' che ogni volta riserva grandi e
diverse emozioni.
Riccardo
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